"Se conosceste il significato della vostra esistenza agireste in base al soddisfacimento di quest'ultimo. Potreste condividerne o meno le finalità, ma in un senso o nell'altro non avreste dubbi sulle vostre modalità d'azione.
La condivisione di questa finalità sarebbe peraltro frutto della vostra esperienza e del vostro conseguente ragionamento deduttivo. Se questo vostro ragionamento calzasse col fine dell'esistenza umana "rivelata" agireste verso quel fine altrimenti vi muovereste in maniera tanto opposta quanto la differenza tra la vostra deduzione e quella assoluta.
Ora, una condizione per la manifestazione somatica del vostro essere ovvero per l'incarnazione, è proprio la scomparsa di quella che chiamiate esperienza o memoria 'stricto sensu'.
Non essendoci in questa 'realtà' mai nulla di definitivo, è possibile però recuperare la memoria vissuta dal Nous alterando il vostro stato d'essere attuale. Questo è possibile anche solo attraverso il respiro che può aiutarvi ad uscire dal destino/sonno nel quale siete immersi ed agire in piena libertà secondo la nota legge di Lavoisier. Questa legge è applicabile in molti più campi di quanti ne sono stati enunciati finora ed è la stessa legge che permette all'uomo di non morire con il soma o se vogliamo, di non nascerne senza.
Il pensiero è conseguenza d'uno stato d'essere, è tale nello stato di veglia, è altro nello stato di sonno, altro ancora negli stati di mezzo, ma è pur sempre frutto del vostro stato d'essere così come lo sono le percezioni dei sensi.
La consapevolezza di cui si parla spesso è una parola curiosa che sembra pretendere il podio che spetterebbe di nascita al vostro stato d'essere.
Dunque, di fronte al vostro inevitabile camminar sul bordo della medaglia, dovreste cercar di rimanere in equilibrio, allenando corpo e mente, croce e testa. Poiché se volete muovervi in direzione della felicità, non avete che una moneta con i suoi opposti e la sua forza, quel bordo sul quale potete rotolare."
Le immagini del prato tornarono lentamente a riempire ogni angolo dei miei occhi...
...e il Barbalbero era scomparso.
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