domenica 25 aprile 2010

Il Risveglio


Dualità, non-dualità, pensieri, staccarsi dai pensieri, non essere il pensiero, osservare il pensiero, osservare ciò che non può essere osservato, osservare l'osservante, essere questo, non essere quello, non sapere chi essere, sconvolgere le cose, rimmetterle in ordine e di nuovo in disordine, è un sogno, non è un sogno, il risveglio nel sogno, il sonno nella veglia...tutto è uno, non separatività e potremmo andare avanti per anni.

Non troverete nulla in questo modo, al massimo comincerete affannosamente a cercare una risposta se non l'avete mai fatto o a confermare più o meno che ciò che leggete si avvicina di parecchio a ciò che sapete, magari anche per esperienza personale.

Ebbene, ciò che ho trovato più simile alla verità ultima per il modo che ci è concesso di vedere la verità, è quanto riferito da Jiddu Krishnamurti. Da li in poi, attraverso l'azione scaturirà ben altro e poi infine, il Nulla. Quello che prima o poi vi avvolgerà del tutto. Quello che vi trasforma. Che vi terrorizza. Quello nel quale vi ci porta il demone, demone che con molta probabilità sarà la vostra paura più profonda.

Gesù lo disse, quando vi conoscerete sarete riconosciuti e quando troverete ciò che cercate, resterete turbati.

Jiddu lo disse chiaramente, no leaders, no gurus, no teachers, no masters. E il giorno che vi andrà di farlo mettetelo in pratica nel seguente modo: ogni volta che avrete il più piccolo problema (e già questa è una cosa difficile di cui accorgersi) analizzatelo con quella povera mente maltrattata, quella che vi salverà per intenderci, quella in grado di farvi essere ben altro da ciò che già siete. Fate in modo che diriga i vostri pensieri al fine di dedurre una sana, vecchia Logica greca. Bene con questa logica andate a fondo nelle cose, scendete in esse, immergetevi nei problemi, tutti i problemi sono alla vostra portata, dal più piccolo al più astratto, che sono i più complessi. Astraetevi, divenite sottili. Sarà il ragionamento a sollevarvi dalla polvere, vi accorgerete di non aver mai ragionato in vita vostra. Sentirete la fatica nel ragionare su certe cose e quando vi stancherete, ragionate ancora, e immergetevi, e deducete, e pensate. La mente non prova stanchezza alcuna, al massimo brucia zuccheri. Dovete conoscere voi stessi, non le vostre abitudini, ma voi stessi. Dovete conoscere perché fate o pensate certe cose. E ciò che troverete, nel bene e nel male, non sarete voi. E se questo vi mettesse paura, allora lasciate perdere. Se ne riparlerà in altri tempi e in altri luoghi. Così stanno le cose.

La via giusta non esiste. Esiste la via ultima per qualsiasi manifestazione e l'universo è manifestazione. Che ci piaccia o no è la manifestazione del Verbo, del suono.

Anche se a noi gioverebbe più ricordare che invece il verbo corrisponda più all'azione e non al fatto, per intenderci al vivere e non alla vita, ricercare e non ricerca.

Infine la domanda chiave che ci preme è, "Perché diamine cercare qualcosa?" ...."I problemi cesseranno davvero?" "Cosa diverremo?"

Bene.
Perderete tutto e non esisterete più come vi conoscete oggi. Di fatto, il problema per voi non si porrà perché ciò che sarete vi basterà. Ne faranno le spese tutte le persone che vi conoscono. Tenetelo bene a mente quando metterete sulla bilancia i fatti di cui sopra.

Perché cercare.
Già perché?

Nessuno ci obbliga.

Siamo pendoli che oscillano, aria che entra e aria che esce.
La via di mezzo (majjhima nikaya) può esser conosciuta.


Santideva disse

La mente non è né dentro, né fuori,
né si trova altrove.

Non è mescolata alle altre cose,
né separata da esse.

Non è assolutamente niente e perciò
gli essere sono per natura nel Nirvana.


io dico

Un uomo felice e senza obiettivi non è un uomo, è un buddha.






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