giovedì 18 ottobre 2012

Nulla accade che non sia già accaduto

Una volta successe una cosa. C'era chi diceva che non era successo nulla, chi invece che era successo quello che doveva succedere e chi quello che poteva succedere, c'era chi diceva che quella cosa stava accadendo adesso, in questo stesso momento e chi che non sarebbe mai più accaduta. A un certo punto arrivò uno straniero e disse: "Se era una cosa buona non avete fatto nulla per farla riaccadere, se invece era cattiva, non avete fatto nulla per non farla riaccadere. In entrambi i casi non l'avete fatta vostra, l'avete osservata, l'avete giudicata, ma non l'avete fatta vostra." La gente lo guardò con disprezzo. "Nulla accade che non sia già accaduto, all'inizio come alla fine può succedere soltanto quello che deve accadere." 

E la cosa successe ancora, sotto lo sguardo di tutti.






domenica 23 settembre 2012

Sublimare

"allora sapete cosa fece?"
"cosa fece?"
"la protesse"
"e da chi? dal mago cattivo?"
"no, molto peggio bambini"
"dagli esseri del bosco nero?"
"no, da lui stesso piccoli miei, da lui stesso"





"ma come? lui è il buonooo!"
"si mamma, lui lo è!!"
"certo, ed per questo che viveva solo per proteggerla, e non aveva importanza da chi, o da cosa"
"ma se lui è buono come faceva a farle del male?"
"bambini. può esserci benevolenza in ciò che ci appare ora crudele, così come può esserci crudeltà in ciò che ci appare esser buono adesso"
"ma come!? come può succedere?"
"succede quando si ama più la forma dell'essenza, quando non vediamo noi nell'altro o l'altro in noi"
(silenzio...)
"lei doveva vivere, e lei visse"
"si può fare del male e proteggere al tempo stesso da un altro tipo di male?"
"no fin quando male e bene non vengono sublimati nell'unica sostanza che li ha generati"
"che vuol dire suprimati mamma!?"
"su-bli-ma-ti, significa trasformati in qualcosa d'impercepibile ai sensi, ma percepibile ancora dal vostro cuore"
"se si suprimano queste cose poi vive anche lui?"
"lui era più vivo che mai, ma dovette morire prima di poterlo essere"




domenica 12 agosto 2012

El Curandero



C'era una volta un tipo che era un maestro nel fare i cocktail. 
Era specializzato soprattutto nel Jamaica's Julepp; in questo cocktail tutto era nascosto dalla frutta, certamente buona se mangiata a caso, ma con qualcosa in più se mangiata nell'ordine giusto, per il verso giusto. Nella frutta si sentiva appena un vago sapore di quello che c'era sotto, e tu sapevi che doveva esserci qualcosa sotto e allora cominciavi a scavare mangiandola, stando attento alla buccia dell'ananas e all'asprezza della Smith, ma soprattutto ai semi delle ciliegie. Cosa importante nel fare un simile cocktail, e che solo un maestro come lui sa fare, è non far sentire troppo di questo o troppo di quello, perché bevendolo pensando al rum si senta il rum, sorseggiandolo pensando alla menta si senta la menta o pensando a nulla non si senta proprio nulla!

Ecco, in un certo senso bisognerebbe insegnare a berlo un simile cocktail, perché altrimenti risulta difficile capire che sapore abbia; non sai se devi pensare a nulla, al rum o all'Angostura, alla menta o a chissà cos'altro c'avrà messo dentro quel disgraziato. Sempre nelle giuste proporzioni s'intende.
Sempre lasciando quell'equilibrio che sappia donare sia il dettaglio che la totalità. 

Ho provato a stringergli la mano ma entrando nel bar sembrava sparire, da fuori lo si vedeva invece armeggiare con vodka, ghiaccio e shakerini vari. Lo si sentiva. Era impossibile non capire vi fosse un barman lì dentro. E non ci giurerei ma credo lavorasse lì da sempre.

Però, ripeto, era difficile stringerli la mano, e allora facevo sempre i complimenti alla cameriera 

"...questo è per te e i miei complimenti al barman. Quando lo vedi."



giovedì 9 agosto 2012

Kung Fu


E d'improvviso, qualcuno mi chiamò fuori dalla Città dalle Nove Porte, per fare Kung-FU sulla Montagna Sacra.



"Non chiedo di essere esente dai pericoli, ma di essere senza paura nell'affrontarli."

Non ti ho dato il coraggio affinche' tu possa essere senza paura, ma la paura affinche' tu possa trovar coraggio.

"Non chiedo che il mio dolore sia alleviato, ma chiedo il cuore per superarlo."

Non ti ho dato il cuore per superare il dolore, ma il dolore affinché tu possa trovare il cuore.

"Non cerco alleati nel campo di battaglia della vita, ma cerco la mia forza."

Non ti ho dato la forza affinché tu superassi questa battaglia ma ti ho gettato in questa guerra per trovare la tua forza.

"Non imploro con ansiosa paura di essere salvato, ma spero di aver la pazienza per conquistare la mia libertà."

Non ti ho dato la salvezza per fuggire questo mondo, ma ti gettai nel mondo affinché esso ti rendesse libero.













mercoledì 8 agosto 2012

Tu non sei qui

Un uomo passò tre anni in cerca del rifugio di Ramal Gudah. 
Finalmente lo trovò e si rivolse al Venerabile: 

"Venerabile Ramal ho superato mille pericoli, orde di animali feroci e malattie orribili per trovare il tuo rifugio." 

E si inchinò. 

"Concedimi dunque la Conoscenza perché sono stanco di cercarla, sono stremato. Preferirei morire piuttosto che cercare ancora."

Ramal lo guardò attento. Poi sorrise e disse: 

"Tutto è perfetto, impara a conoscere come distruggi la perfezione."

Ma l'uomo rimase in attesa, voleva illuminarsi. "Non posso andarmene senza essermi prima illuminato, Venerabile Ramal."

E Ramal concluse. "Non sei mai venuto, non c'è nulla di te qui che valga la pena di essere ascoltato. Non hai orecchie per sentire, non hai occhi per vedere chi ti parla, non hai mani per coprire i tuoi volti, non hai bocca che sappia parlare stando zitta. Non senti più nemmeno il profumo di questi fiori. Tu non sei qui figlio mio, la tua paura è qui, la tua rabbia è qui, la tua voglia di ucciderti è qui. Tu non sei qui, qui c'è solo un miserabile che chiede di potersi uccidere col consenso di un altro. Chi mai potrà andar via se non la tua voglia di ucciderti, la tua paura, la tua rabbia camuffata da uomo mansueto?"

Tutto è perfetto. Impara a conoscere come distruggi la perfezione.









mercoledì 2 maggio 2012

colorare


in quel momento si aprì la porta e un anziano molto in forma si fece largo nel silenzio.
si sedette al centro della stanza e prendendo un libricino dalla tunica cominciò a leggere....

"colorare.
non possiamo colorare tutto.

possiamo dipingere di rosa le foglie e di azzurro le pietre,
di blu il prato e di nero la spiaggia.

possiamo persino lanciare nel cielo un pò di giallo, o un poco d'arancione.

ma questa è solo l'infanzia.

perché poi vorremmo colorare di verde il prato, d'azzurro il cielo e di bianco le nuvole.
cercheremmo il colore del sole, il colore dell'aria e il colore dei colori.

quando sconfitti troveremo il colore dei suoni, la speranza di dipingere nuovi quadri ci farà dimenticare della vecchiaia, momento in cui la nostra gioia sarà messa alla prova non tanto per la mancanza di quadri, ma per il lento abbandono dei colori.

vedendo sempre meno, il pennello ci farà credere d'aver dipinto grazie ad esso,
sentendo sempre meno, la tela ci farà credere d'aver dipinto grazie ad essa,
muovendoci sempre meno, il mondo ci farà credere d'aver dipinto grazie ad esso.

sarà quello il momento per il quale ogni singolo colore ci ha istruito.
amorevolmente, senza che ce ne accorgessimo, i colori hanno acconsentito a nascondere qualcosa, 
con le nostre mani,
con i nostri occhi,
con la nostra mente."

l'anziano si alzò.


e come venne se ne andò.

mercoledì 4 aprile 2012

Neti Neti Rock

Un giorno portai dell'acqua al Venerabile, mi disse l'aveva finita, così attinsi al pozzo di un villaggio che si trovava tra il mio e il suo...

"Ecco maestro, vado a prenderne dell'altra se questa non le basta."
"Fermo, cos'è questa?"
Io lo guardai piuttosto stanco, poi guardai il fiasco di vino nel quale avevo messo l'acqua del pozzo "E' acqua di Hermon, lì ne hanno ancora tanta."
"Sì questo lo so, ma cos'è davvero?"
Mi poggiai al tavolo intuendo che non sarei dovuto tornare una seconda volta ad Hermon. "Lei mi ha detto d'averla finita così io..."
"Quel 'così' non va bene, una tua considerazione non può essere un mio bisogno così come una mia necessità non può diventare un tuo dovere."
"Ma dunque lei non ha bisogno di quest'acqua?"
"Ne ho bisogno certo."
"Allora non serve che la riporto ad Hermon?"
"No, ma nemmeno la userò, non serve più ad Hermon, non serve più a me."












domenica 18 marzo 2012

Si turbi pure la tua anima

più volte giunsi in luogo 
che non saprei dire come v'arrivai, 
e altrettante volte tornai addietro 
ch'un terrore m'assaliva ogni volta com'io non fossi più, 
e così giunto in terra conosciuta 
sentìo lo core ripetermi gentile ma ben saldo: 




sabato 17 marzo 2012

Il mio cibo

Il mio cibo è la mia fame, 
il mio indumento la nudità, 
il mio sole è la luna, 
la mia andatura lo star fermo. 

Di notte nulla possiedo, 
né tantomeno di giorno, 
eppure ho cibo e indumenti 


lunedì 27 febbraio 2012

Apokalypsis

A guardare l'ultimo Uomo sulla Terra, non si sarebbe detto esser l'Ultimo,
a guardarli tutti non si sarebbe detto fossero insieme.

martedì 10 gennaio 2012

Il Principe Al Sal' Ahzur


che in fondo, di tutte le persone che sento parlare, poche, davvero poche sono vive. e di queste vive, poche davvero poche parlano più di Frank, ma Frank, benché sia in vacanza in luoghi piuttosto lontani, beh sì, Frank è un'altra storia...


parla ora, lui, il....

"ohh grazie Des, la memoria non m'ha mai ingannato, ma a dirla tutta, mi ricordo d'esser morto e poi d'essere nato, questo fatto non depone certo a mio favore, ma non son uso pitturar senza colore."

oddio non la farai davvero tutta in rima?

"no quello è un onere che lascio a te"

a me?

"sì a te, a te la tela, a voi i pennelli, della mia morte vi racconto i giorni più belli.

mi disse il Principe in quella mezzaluna ch'egli cercava la Verità, ed io....

ma Principe, non dovete far altro che tornar sui vostri passi, son le scarpe che vi siete messo, sono gli abiti che vi siete tolto, così come son le risa, e le speranze e i dolori ch'avete ormai provato, sono quelli che v'hanno allontanato dal vostro amabile pianeta e dalla vostra casa di cotone, di perle e di seta.

Il Principe mi guardò in viso. ma nulla vide.
poi si girò, si giravano i pensieri. correvano qua e là.

allor continuai...circa la follia vedete, e circa la ragione, sono sane quando nate e cresciute fuor della prigione, sentite bene la mia voce, lasciate perdere un momento la vostra onorabile ricerca, toglietevi la benda e avvicinatevi, avvicinatevi pure....

sì, gli feci, qui nel buio, sono quì, porgetemi l'orecchio ed ascoltate....
Principe Al Sal' Ahzur.

voi, voi vi ricordate quando correvate nel giardino dell'infanzia? vi ricordate quando il mondo era un'avventura? ogni giorno era un giorno senza paura, ogni giorno lottavate per lottare e mai per andare a riposare e quando eravate troppo stanco, crollavate in tutto quello che voi stessi sognavate...un nonnulla sin da principio!

vi ricordate quella volta, sì quella volta che a me vi rivolgeste?

Il Principe, devo esser sincero, credette d'impazzire, e in effetti, non mangiando da giorni, non potevo certo pretender che mi credesse Uomo Vero in quel della foresta!

così eccomi qua, ed uscii allo scoperto.

ora mi vedi, dissi. suvvia, cos'è quel tuo mal viso, è lecito non capire, ma non è lecito ignorare! ora, ora dobbiamo far presto che il giorno volge all'imbrunire.

cosa intendi?
mi disse spaventato.

molte creature abitano questo posto e tu, tu Principe, hai ancora tante cose da imparare.

andiamo!
disse.

e allora caro lettore....continua!
aggiunsi.