martedì 28 settembre 2010

Noomak Sutra II

Se ti parlassi di queste cose in maniera esplicita, non te ne parlerei.

E se non te ne parlassi affatto, non te ne parlerei ancora.


Perché non è ciò di cui parlo che parlo. Né ciò di cui non parlo se non ne parlassi.

Ma ne parlo affinché tu conosca ciò che non dico quando dico queste cose e ciò che dico quando non le dico.


L'oggetto di questi sutra è la Conoscenza.

Per avere questa Conoscenza devi comprendere di cosa parlo.


Non con le parole, né senza di esse.




mercoledì 22 settembre 2010

Noomak Sutra I


Uno è il movimento, una è la causa, una è la volontà creatrice.

Questo movimento è libero da qualsiasi vincolo, da qualsiasi dipendenza, da qualsiasi conseguenza.

Questo movimento è l'unica cosa viva di tutto l'Universo. Tutto il resto è morto.


La Verità è questo movimento ed esso si muove libero nella falsità come uno squalo nell'oceano o come un'aquila nel cielo. L'aquila è la Verità, lo squalo è la libertà, la falsità è il mare e il deserto e il destino.


Chi nasce nel destino può nascere nella libertà e creare la vita dalla morte, il divino dall'umano.

Chi nasce nel destino può creare il movimento, diventarne la causa ed esserne la volontà.


Per divenire libero, l'uomo deve riconoscere la Verità.

Solo nella Verità nasce il movimento e chi si muove con essa soddisfa i propri desideri, in quanto questi

sono gli stessi della Verità e sono tutti esauditi e compiuti con perfezione divina.


Per essere liberi di agire, bisogna essere la Verità, poiché uno solo è libero, nessun'altro può esserlo.

Per essere la Verità, bisogna entrare nella Grotta.

Per entrare nella Grotta bisogna fendere le tenebre.


Per fendere le tenebre bisogna appiccare il Fuoco.

Altrimenti sono tenebre.




domenica 19 settembre 2010

La Spada di Fuoco

In questo luogo fatto di spazio, fatto di tempo, ciò che chiamiamo ego non si può distruggere e chi dice, pensa o ritiene d'averlo distrutto non ha capito cosa sia. Il solo pensiero in senso lato d'affermazione, il vittorioso stato d'animo che un'essere possa avere nei confronti di questo concetto, è esso stesso una sconfitta per definizione, un singleton, un uroboro. C'è qualcuno che pensa questo, che ritiene d'aver vinto, ma questo qualcuno non sa cosa sia, non sa chi egli stesso sia.

Questo è il motivo della sconfitta: ignoranza.

Ogni attività umana è mossa dalla ricerca di soddisfazione di un ego. Ogni essere ha un ego ben definito ed ogni essere ha una conoscenza del soggetto egoico. Nella maggior parte dei casi questa conoscenza è falsa, lontana dalla verità. Quando si è lontani dalla verità si vive nell'inferno, si passa per il paradiso e si ozia nel purgatorio.

Conoscere chi sia il soggetto egoico è ciò che si dice conoscenza del Sé o meditazione, parola che si è adatta bene a tutto, meno che al suo significato originario.

La via della conoscenza del Sé, nasce da una considerazione regale e inattaccabile: veniamo al mondo solo con noi stessi, cosa ci sarebbe di più vero da conoscere per sopravviverci se non questo?

Dunque questa via, è la via regale. E' il Gange. Tutte le altre sono solo suoi affluenti e per forza di cose, più lunghe. Su questa via si conoscono i legami della nostra esistenza con mondi sottili e con mondi grossolani attraverso l'unico processo della mente atto a trascendere quest'ultima: ri-conoscimento.

Quando facciamo un'esperienza assegniamo un concetto all'oggetto dell'esperienza, se dovessimo osservare un'esperienza simile, la potremo ri-conoscere. Questo processo è ciò che sta alla base di tutta la nostra esperienza nello spazio e nel tempo.

Ri-conoscere.

Ogni cosa è ri-conoscibile e per superare il limite di ciò che è ritenuto invalicabile, bisogna fare in modo che si ri-conosca colui che ri-conosce. Non più dunque l'oggetto dell'osservazione, ma l'osservatore.

Il processo è il medesimo, ma opposto. Guardo il sasso sul sentiero della conoscenza del Sé, ri-conosco la sua provenienza dalla montagna. Guardo in me, mi ri-conosco nel mondo. Comprendo che il mondo sono io. Il pensatore è all'interno dei suoi pensieri e non fuori. Il contenitore è contenuto e il contenuto se ne accorge. Lo ri-conosce.

A questo punto l'ego si allarga a dismisura.

Pervade ogni singolo essere cosciente, poiché di natura l'osservatore è solo. Il suo ego non può morire, può solo seguire il suo habitat naturale, il possessore della solitudine, l'Essere.

Ma l'essere ora sa chi è poiché si è ri-conosciuto con lo stesso, identico processo di sempre. L'ego si allarga e nasce la compassione: comprensione che ciò che si riteneva separato dal Sé, separato non è. Il soggetto egoico compatisce sé stesso. Questa è la sua natura, non potrebbe fare altrimenti.

Questa conoscenza su esposta è la via del Guerriero: colui che conosce la verità ed accetta la falsità, danzando per le strade della seconda ed onorando la prima in ogni singolo istante della propria vita. Una vita che non si ferma in questi luoghi, di spazio e di tempo.

Il Guerriero sacrifica la propria esistenza camminando tra l'inferno e il paradiso senza farsi mai trovare né dall'uno, né dall'altro. Egli è sempre in grado di perforare le tenebre con la luce di ciò che sa di essere, una Spada di Fuoco.





martedì 14 settembre 2010

Il Ritorno del Re


"E così esisti davvero, non sei una leggenda."
"Cosa ti fa pensare che io esista davvero?"
L'uomo sembrò riflettere. "Ti abbiamo trovato. Ti hanno trovato. E ti daranno pure la caccia."
"Pensi forse possano darmi la caccia se io prima non l'avessi permesso? E cos'hanno trovato? Hanno trovato una forma? O forse più forme?" L'Uomo si avvicinò all'uomo. "In me hanno trovato il concetto che hanno di loro. Ma questo non lo sanno e nemmeno tu lo puoi capire, ora."
"No, cosa intendi, spiegati."
"Siete ciò che pensate, il vostro mondo è ciò che voi avete pensato. E i pensieri non vi appartenegono. Questo mondo non vi appartiene, il vostro corpo non vi appartiene. Dunque, uomo della Città dei Due Soli, ti chiedo...CHI sta dando la caccia a me?"
L'uomo si tolse il cappuccio. "Ma tu ora chi sei? Io ti conoscevo in un modo, ma ora...ora, i tuoi occhi, questo luogo...sembra fermo e in movimento allo stesso tempo! Che fine ha fatto ciò che eri?"
"Tu ti riferisci a questo corpo, ma non sai cos'era questo corpo. Se lo sapessi, sapresti anche dove si trova ora. Quello che vedi, quello che senti è il Potere. Io sono il Potere e do vita alla Natura di tutte le cose. Questa Natura, in questo luogo è movimento e immobilità, esistenza e non esistenza. Io le rendo tali per quello che sono, affinché voi le possiate comprendere."
"E allora ti chiedo...chi sei?"
"Noi siamo in molti e siamo sempre la stessa persona." L'uomo era basito. "Quando è necessario veniamo e quando tutto è compiuto ce ne andiamo nel modo che vi è concesso vederci andar via. Quando sarete pronti mi vedrete. Solo allora conoscerete ogni cosa di me."
"Ma cosa sei...?"
L'Uomo si avvicinò e gli occhi sembrarono accendersi. "Non ho alcun Nome, non ho alcuna Forma. Ma se guardi bene dentro te, mi troverai. Là, là dove il tuo Destino si deposita nel Nulla...là, ti chiedo...riesci forse a vedermi?" L'uomo abbassò lo sguardo lungo il precipizio alle spalle dell'Uomo, come per guardare dentro di sé.
"Come pensi che il tuo sogno possa esistere? Pensi davvero ci sia qualcosa tra l'abisso e il destino o tra la terra e il cielo?"
L'uomo lo guardò negli occhi e anche se erano ancora verdi come la foresta che aveva attraversato, lo stavano bruciando come fossero di fuoco.
"Cosa vedi piccolo uomo? Vedi il Nulla? E' forse il Nulla a sorreggere il tuo mondo? Cosa vedi?"
"Io non riesco, non riesco..."
"Là, là dove non riesci."
"Ma non è possibile! Non è possibile!"
"E' per questo che sono tornato. Per rendere tutto questo possibile, ancora una volta. Per portare a casa il Re della Città dei due Soli."
"E come farai?"
"Dando inizio allo spettacolo."





sabato 4 settembre 2010

Qui nel tempo

Qui nel tempo e nello spazio,
provo gioia e grande strazio
ed oscillo senza meta
come un'anima irrequieta.
E sono qui, ancora qui
per non scordare più chi sono,
qui nel tempo e nello spazio.
A tutto questo io m'inchino
ed incomincio il mio cammino,
verso il punto più divino
per ricordare che Io Sono.

Io Sono
colui che senti quando respiri,
e quando non respiri
e sono in mezzo ai due respiri,
a questi occhi
e se mi cerchi ti troverai.
Sono questi versi che tu pronunci
ed il ricordo che sono tuoi.
Tu eri me e lo sarai di nuovo,
perché Io Sono, perché Tu Sei,
di questo Mondo il Creatore
ed Io m'inchino a questo corpo,
perché Io Sono il suo Creatore
ed il Creatore del Principio e della Fine.