martedì 27 aprile 2010

Desmatron



La Sensazione gli chiese chiaramente dove volesse andare.
"Dimensione Otto."
Allora la Sensazione gli chiese se avesse mai affrontato almeno una Manifestazione di livello 4.
"Non sono mai andato oltre la Trinità."
La Sensazione pervase lo spazio di Vuoto. Poi i sensi dell'essere percepirono il Verbo della Sensazione e questa chiese come ritenesse possibile varcare una Dimensione Otto senza l'esperienza necessaria.
"Io Sono la Conoscenza senza Esperienza. Io Sono la Libertà che è in ogni Creazione di qualsivoglia livello."
Allora la Sensazione comprese che la Trinità si stava espandendo. "Tu sei colui di cui parlano nel Nucleo delle Leggi."
L'essere non fece alcun segno, poi inebriò la Sensazione della stessa Vita che era in lui, quanto bastava per farle comprendere cosa nutrisse la sua Essenza.
La Sensazione rimase come ipnotizzata, senza forza. Poi riprese lo Spazio e creò il Tempo. Si avvicinò all'essere e gli soffiò la Luce. "Tu sarai ciò che già eri."


"No, Io Sono."



domenica 25 aprile 2010

Il Risveglio


Dualità, non-dualità, pensieri, staccarsi dai pensieri, non essere il pensiero, osservare il pensiero, osservare ciò che non può essere osservato, osservare l'osservante, essere questo, non essere quello, non sapere chi essere, sconvolgere le cose, rimmetterle in ordine e di nuovo in disordine, è un sogno, non è un sogno, il risveglio nel sogno, il sonno nella veglia...tutto è uno, non separatività e potremmo andare avanti per anni.

Non troverete nulla in questo modo, al massimo comincerete affannosamente a cercare una risposta se non l'avete mai fatto o a confermare più o meno che ciò che leggete si avvicina di parecchio a ciò che sapete, magari anche per esperienza personale.

Ebbene, ciò che ho trovato più simile alla verità ultima per il modo che ci è concesso di vedere la verità, è quanto riferito da Jiddu Krishnamurti. Da li in poi, attraverso l'azione scaturirà ben altro e poi infine, il Nulla. Quello che prima o poi vi avvolgerà del tutto. Quello che vi trasforma. Che vi terrorizza. Quello nel quale vi ci porta il demone, demone che con molta probabilità sarà la vostra paura più profonda.

Gesù lo disse, quando vi conoscerete sarete riconosciuti e quando troverete ciò che cercate, resterete turbati.

Jiddu lo disse chiaramente, no leaders, no gurus, no teachers, no masters. E il giorno che vi andrà di farlo mettetelo in pratica nel seguente modo: ogni volta che avrete il più piccolo problema (e già questa è una cosa difficile di cui accorgersi) analizzatelo con quella povera mente maltrattata, quella che vi salverà per intenderci, quella in grado di farvi essere ben altro da ciò che già siete. Fate in modo che diriga i vostri pensieri al fine di dedurre una sana, vecchia Logica greca. Bene con questa logica andate a fondo nelle cose, scendete in esse, immergetevi nei problemi, tutti i problemi sono alla vostra portata, dal più piccolo al più astratto, che sono i più complessi. Astraetevi, divenite sottili. Sarà il ragionamento a sollevarvi dalla polvere, vi accorgerete di non aver mai ragionato in vita vostra. Sentirete la fatica nel ragionare su certe cose e quando vi stancherete, ragionate ancora, e immergetevi, e deducete, e pensate. La mente non prova stanchezza alcuna, al massimo brucia zuccheri. Dovete conoscere voi stessi, non le vostre abitudini, ma voi stessi. Dovete conoscere perché fate o pensate certe cose. E ciò che troverete, nel bene e nel male, non sarete voi. E se questo vi mettesse paura, allora lasciate perdere. Se ne riparlerà in altri tempi e in altri luoghi. Così stanno le cose.

La via giusta non esiste. Esiste la via ultima per qualsiasi manifestazione e l'universo è manifestazione. Che ci piaccia o no è la manifestazione del Verbo, del suono.

Anche se a noi gioverebbe più ricordare che invece il verbo corrisponda più all'azione e non al fatto, per intenderci al vivere e non alla vita, ricercare e non ricerca.

Infine la domanda chiave che ci preme è, "Perché diamine cercare qualcosa?" ...."I problemi cesseranno davvero?" "Cosa diverremo?"

Bene.
Perderete tutto e non esisterete più come vi conoscete oggi. Di fatto, il problema per voi non si porrà perché ciò che sarete vi basterà. Ne faranno le spese tutte le persone che vi conoscono. Tenetelo bene a mente quando metterete sulla bilancia i fatti di cui sopra.

Perché cercare.
Già perché?

Nessuno ci obbliga.

Siamo pendoli che oscillano, aria che entra e aria che esce.
La via di mezzo (majjhima nikaya) può esser conosciuta.


Santideva disse

La mente non è né dentro, né fuori,
né si trova altrove.

Non è mescolata alle altre cose,
né separata da esse.

Non è assolutamente niente e perciò
gli essere sono per natura nel Nirvana.


io dico

Un uomo felice e senza obiettivi non è un uomo, è un buddha.






sabato 17 aprile 2010

Il Presente è un presente

La vita è un concetto, un concetto fatto di tante piccole cose "nascoste".

Quando porgiamo a chi amiamo un fiore, porgiamo un concetto, il concetto di ciò che siamo in quel momento, non descrivibile con le parole o con un film, ma magari con una rosa.

Quando regaliamo qualcosa dovremmo regalare questo concetto, affinché la persona che riceve il regalo non abbia con sé l'ennesimo oggetto da consumare, bensì noi stessi a farle compagnia, il concetto che eravamo in quel momento.

Viceversa, quando parliamo esprimiamo un concetto, non esprimibile negli stessi tempi e nella stessa situazione di un "sentire".

Tanti sono i modi di comunicare, uno solo è il concetto percepito dal "percipiente". Quando il concetto di quest'ultimo coincide con il concetto comunicato si percepisce l'Assolutezza del messaggio.

Un Assoluto dunque relativo.

Come un artista regala un concetto nel suo quadro, ciò che chiamiamo Dio regala il suo concetto nel Creato, ma un artista lascia sempre parte di sé nel suo sublime "concetto" estetico, perché nulla può essere inventato che non sia stato già creato.



venerdì 16 aprile 2010

UNI-versi


Allora gli dissi:

"Mettiamo tu conosca il futuro e lo modifichi a tuo piacimento."

e aggiunsi con sagacia pusillanime:

"Ma allora non era il futuro perché è avvenuto ciò che non hai visto (la modifica non l'hai vista) e non è avvenuto ciò che hai visto; non si è avverato perché hai visto il futuro senza la modifica."

alché rincarai con piglio pittorico:

"D'altro canto se invece io osservo il futuro vedendo te che osservi il futuro e lo modifichi e decido di non modificarlo, ciò che ho visto si avvera..."

perciò questionai con ingenuo sarcasmo:

"...dunque il futuro è modificabile?"

e rincarai la dose nel suo slang corso...

"ohhh oui, c'est un fantastique planète..."


E guardò fuori dalla finestra come pensando...
...è tutto come l'ho lasciato un tempo.


Poi sorrise. "Si giovanotto, è come dici. Ma solo negli UNI-versi."

"Dai lo sapevo. Ce l'avevo sulla punta della lingua. Volevo solo vedere se te lo ricordavi!"

-.-




martedì 13 aprile 2010

L'effetto Heisenberg


L'illusione del tempo avviene grazie ai sensi dell'uomo. Ogni cosa è da sempre e per sempre. Ogni cosa è. Proprio come i classici percorsi verso la tanto blasonata illuminatio corporis sono indicati da quella meta "incomprensibile" dell'Io Sono bene, ogni cosa E'.

Questo per dire che il "tappeto degli eventi" c'è già. I sensi ci permettono di annusare come cani da caccia un'illusoria linea del tempo che è sottinsieme del "grande tappeto".

Dunque un argomento sono i sensi. Modificando opportunamente questi ultimi (per esempio con la respirazione come fece il principe Gautama) si può alterare la coscienza proprio come avviene in milioni di altri modi (ipnosi, incidenti, dormiveglia, etc.)

Ora, chiarito che uno stato alterato di coscienza possa farci conoscere in proporzione del nostro stato d'alterazione questo magico "tappeto delle meraviglie" ci poniamo la domanda se il tappeto sia modificabile.

No.

E' illusione sempre dei sensi, causa di ciò che chiamiamo tempo, che noi siamo in grado di modificare un qualsivoglia evento. Infatti, proprio come nel principio d'indeterminazione di Heisenberg, tanto maggiore sarà la nostra illusione di cambiarli, tanto minore sarà la nostra conoscenza del futuro o del passato. Tanto maggiore sarà il nostro stato d'alterazione della coscienza, tanto minore sarà la nostra illusione che gli eventi possano essere modificati. E certo, non essendo in condizioni ordinarie non avremmo il tedio d'osservar un giornale già letto, caratteristica semmai (ed annoso dilemma) dell'uomo ordinario.

La modifica di un qualsivoglia evento dovrebbe essere rapportata poi ad un fine, poiché non essendo sperimentabile un "multipensiero" non siamo in grado sentire contemporanemente due eventi.
E dunque ancora una volta, è il tempo a decretare quanto un fatto sia veramente posseduto dall'uomo intento a modificarlo.


Per quanto riguarda l'alterazione in stati di veglia:

l'uomo ordinario è colui che non è in grado nemmeno di accorgersi del suo stato di sonnambulismo ab eternum. Piccoli sprazzi d'alterazione della coscienza pongono invece di peso quest'uomo sulla strada della libertà, cominciando dal basso, come ad esempio la depressione.


Ancora su Heisenberg:

se parliamo d'essere in grado di modificare gli eventi, parliamo di libertà, stato in cui non sentiamo bisogno di modificare gli eventi....


...come in alto, così in basso.

martedì 6 aprile 2010

La Medaglia

"Se conosceste il significato della vostra esistenza agireste in base al soddisfacimento di quest'ultimo. Potreste condividerne o meno le finalità, ma in un senso o nell'altro non avreste dubbi sulle vostre modalità d'azione.

La condivisione di questa finalità sarebbe peraltro frutto della vostra esperienza e del vostro conseguente ragionamento deduttivo. Se questo vostro ragionamento calzasse col fine dell'esistenza umana "rivelata" agireste verso quel fine altrimenti vi muovereste in maniera tanto opposta quanto la differenza tra la vostra deduzione e quella assoluta.

Ora, una condizione per la manifestazione somatica del vostro essere ovvero per l'incarnazione, è proprio la scomparsa di quella che chiamiate esperienza o memoria 'stricto sensu'.

Non essendoci in questa 'realtà' mai nulla di definitivo, è possibile però recuperare la memoria vissuta dal Nous alterando il vostro stato d'essere attuale. Questo è possibile anche solo attraverso il respiro che può aiutarvi ad uscire dal destino/sonno nel quale siete immersi ed agire in piena libertà secondo la nota legge di Lavoisier. Questa legge è applicabile in molti più campi di quanti ne sono stati enunciati finora ed è la stessa legge che permette all'uomo di non morire con il soma o se vogliamo, di non nascerne senza.

Il pensiero è conseguenza d'uno stato d'essere, è tale nello stato di veglia, è altro nello stato di sonno, altro ancora negli stati di mezzo, ma è pur sempre frutto del vostro stato d'essere così come lo sono le percezioni dei sensi.

La consapevolezza di cui si parla spesso è una parola curiosa che sembra pretendere il podio che spetterebbe di nascita al vostro stato d'essere.

Dunque, di fronte al vostro inevitabile camminar sul bordo della medaglia, dovreste cercar di rimanere in equilibrio, allenando corpo e mente, croce e testa. Poiché se volete muovervi in direzione della felicità, non avete che una moneta con i suoi opposti e la sua forza, quel bordo sul quale potete rotolare."



Le immagini del prato tornarono lentamente a riempire ogni angolo dei miei occhi...
...e il Barbalbero era scomparso.