venerdì 5 novembre 2010

Lo Stato Supremo


mi tolsi le cuffie per cercare di sentire meglio cosa mi avesse detto quel tipo sedendosi accanto a me
"mi scusi non sentivo"
"ciao des, lo so che non sentivi"
"come sa il mio nome?"
"beh, io so molte cose ragazzo, più di quelle che un uomo potrebbe sopportare"
"che tipo di cose?"
"quelle del tipo, alla fine di questa nostra discussione un dalmata di 4 mesi e 2 giorni rincorrerà due anatre che usciranno dal lago che abbiamo di fronte"
"ti seguo" dissi spengendo il lettore mp3
"non quanto potresti davvero, stai perdendo il tuo tempo in sciocchezze"
"me ne rendo conto abbastanza da lasciarmi ancora un poco di senno per non impazzire"
"ma non sai in cosa impiegarlo, non sai da dove cominciare"
"no...non lo so" cercavo di rendermi conto di cosa stesse accadendo, ma sapevo perfettamente chi fosse quell'uomo
"questo luogo è particolare, così particolare che la differenza tra la luce e le tenebre non è affatto percepibile"
"intendi qui alla villa o in generale, nel mondo?"
"ovvio! intendo nel mondo, il tuo mondo, quello dove non accade nulla"
"ma sei qua per dirmi qualcosa?"
"si e tu sai cosa" gli occhi del tizio mi sembrarono cambiare, ma non sapevo dire se mi mettessero addosso una qualche sorta di timore ancestrale o se stavo per perdere conoscenza a causa di quello strano sguardo
"hai sentito ogni sorta d'opinione in merito e hai potuto fare cose particolari che non pensavi di poter fare" e mi guardò le mani e poi il torace" ma sei bloccato all'inseguimento di una cosa che solo 6 bodhisattva hanno ottenuto in tutto l'eone"
non sapevo che dire anche perché mi resi conto che il mio corpo stava per immobilizzarsi "ma!? cosa mi sta succedendo!" e mi resi conto d'aver formulato la domanda mentalmente solo quando lui mi rispose nella stessa maniera, senza che le sue labbra si muovessero
"non sapevi d'avere altro tipo di percezioni fino a quando non le hai vissute l'anno scorso...sapevi che il mondo era effettivamente come l'hai visto e non puoi negare a te stesso ciò che hai visto, adesso quel terrore che hai provato sta tornando per distruggerti e io sono qua per portarlo a compimento portandoti prima nel centro come hai già fatto da solo e solo dopo ti mostrerò ciò che hai già visto di te il giorno che sai...poi, alla fine, ti farò uscire dal corpo prima che questo collassi"
la sua calma aveva il potere di farmi agitare e questo potere, legato al fatto che non sentivo quasi più il corpo mi stava aumentando le pulsazioni"
"hai sempre la pressione bassa, le pulsazioni che senti non influiscono su di essa" poi tirò fuori un vecchio orologio da taschino "tra 12 secondi sentirai il solito ronzìo alle orecchie fino a perdere conoscenza tra un minuto e 32 secondi, quando la riacquisterai non sarai più in grado di percepire le lunghezze poiché sarai nel Regno, non quello di cui si parla ma quello vero...il primo ricordo che avrai sarà quello di essere nell'ombellico, ma è solo un escamotage per farti uscire più sopra, dall'ajna...quando sarai fuori capirai molte cose, ma ricorda...le puoi capire solo grazie a ciò che hai fatto nel corpo"
il tizio sorrise e anche se ammettevo la possibilità di poter essere stato drogato, conoscevo così bene le sue parole che non potevo negarle
"e adesso ascoltami des...lo stato supremo non è né questo né quello, niente di tutto ciò che hai pensato, ma è..."

mi tolsi le cuffie come per cercare di sentire meglio cosa mi avesse detto il tizio... "mi scusi?"
"dice a me? non ho parlato"
avevo come un vuoto di memoria, ero convinto mi avesse parlato, che mi avesse detto qualcosa, ma faticavo a ricordare persino quando...lo guardai attonito mentre seguendo il suo sguardo i miei occhi si posarono su un cucciolo di dalmata che inseguiva due anatre lungo il bordo del laghetto di Villa Pamphili...



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