in quel momento si aprì la porta e un anziano molto in forma si fece largo nel silenzio.
si sedette al centro della stanza e prendendo un libricino dalla tunica cominciò a leggere....
"colorare.
non possiamo colorare tutto.
possiamo dipingere di rosa le foglie e di azzurro le pietre,
di blu il prato e di nero la spiaggia.
possiamo persino lanciare nel cielo un pò di giallo, o un poco d'arancione.
ma questa è solo l'infanzia.
perché poi vorremmo colorare di verde il prato, d'azzurro il cielo e di bianco le nuvole.
cercheremmo il colore del sole, il colore dell'aria e il colore dei colori.
quando
sconfitti troveremo il colore dei suoni, la speranza di dipingere nuovi
quadri ci farà dimenticare della vecchiaia, momento in cui la nostra
gioia sarà messa alla prova non tanto per la mancanza di quadri, ma per
il lento abbandono dei colori.
vedendo sempre meno, il pennello ci farà credere d'aver dipinto grazie ad esso,
sentendo sempre meno, la tela ci farà credere d'aver dipinto grazie ad essa,
muovendoci sempre meno, il mondo ci farà credere d'aver dipinto grazie ad esso.
sarà quello il momento per il quale ogni singolo colore ci ha istruito.
amorevolmente, senza che ce ne accorgessimo, i colori hanno acconsentito a nascondere qualcosa,
con le nostre mani,
con i nostri occhi,
con la nostra mente."
l'anziano si alzò.
e come venne se ne andò.