....le mani si erano intorpidite, le cosce mi avevano rallentato e il fiato era di poco più caldo d'un ghiacciolo immerso nella vodka....nemmeno il sole che oscillava lento all'orizzonte in perfetta sincronìa con la mia andatura mi diede sollievo....e quando la nebbia fece capolino tra i miei pensieri, questi si fermarono.
mi resi conto che ero a terra, non sapevo da quanto.
mi resi conto che non sapevo se il capodanno fosse passato o meno.
"non è ancora passato, giovanotto."
Bulgakov era in mezzo alla strada, le macchine lo sfioravano e lui non si scomponeva affatto.
"certo avresti dovuto inscenare la tua morte in un modo che più si addice alla tua epoca, nessuno avrebbe mai creduto che un poco di pressione bassa e uno svenimento qualsiasi ti avrebbe fatto battere la testa a quel modo" e indicò la mia fronte poco prima che inzuppassi le mie dita col sangue che mi colava lento sul viso.
"credevo fosse sudore"
"ci sono ancora troppe cose in cui credi e troppo lontana rimane la tua casa."
mi guardai attorno e pian piano i ricordi tornarono alla mente.
"su alzati, siamo in ritardo"
"ma in ritardo per cosa?"