...e mi sorprendo quando leggo la fermezza d'alcuni nel dir di conoscermi o di sapere ch'io sia. Sorrido pure quando costoro vanno oltre nel mar del giudizio navigando per acque di cui non sanno gli abissi. C'è chi mi stringe la mano e chi m'inquadra in un corpo. Chi mi sigilla nel nome o chi m'insegna la vita. E mi stupisco di quanto siano strette le corde dei loro violini, così esposte al mio sguardo e così fragili al suono che è sufficiente io dipinga due o tre note nell'aria, che la mia musica le farebbe tremare per tutta una vita.
Eppure lo dissi che nulla io sono di quello che sembro, ma la loro attenzione era altrove che non ricordan di me com'io ricordo di loro.
E ora sappi, caro lettore...
ciò che non conosci di me, io sono.